Regia di Sebastian Gutierrez vedi scheda film
Scena d’apertura accattivante, ma è il classico specchietto per le allodole. La narrazione (al servizio di una storia - di banali crudeltà e di vendetta - che ha scarso mordente) si dipana lungo una trama piatta piatta; e sfilacciatissima, che non spiega alcunché e dà soddisfazione solo alla protagonista (una brava - e letale - Lucy Liu), cooptata coattivamente nella “setta” (si fa per dire) cui si riferisce il titolo, ergo squassata dai rovelli di una coscienza ingombrante, che rivendica il suo spazio e la sua dignità (ma senza esagerare).
Per il resto questo action movie (con giusto qualche spruzzatina di horror e d’erotismo) regala pochi brividi e, soprattutto, poche emozioni.
Da segnalare - per chi fosse interessato - che nel finale fa una (velocissima) apparizione nientepopodimenoche uno struccato (ergo irriconoscibile) Marilyn Manson. È un po’ pochino, comunque, come motivazione per vedere il film.
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