Regia di Tom Kalin vedi scheda film
Moravia avrebbe insinuato sul suo Gli indifferenti, a proposito dell’ultimo film di Tom Kalin, a causa dell’educazione sentimentale della famiglia aristocratica. “Tutto quello che è successo, è successo per amore”, come una sorta di monizione, da parte della voce narrante, appena dopo i titoli di testa, introduce lo spettatore in una visione in cui ogni attore è come incastrato in una sorta di scacchiera, a cominciare dalla, fintamente maliziosa, Julianne Moore, che dopo le straordinarie ed ultime interpretazioni (I figli degli uomini, Il colore del crimine), ora perde colpi, indossando le vesti di Barbara Daly. Si tratta di una donna realmente esistita. Una donna che, pur essendo di modeste condizioni economiche, divenne la moglie del magnate Baekeland, diretto erede di colui che inventò la bachelite.
Il film conduce lo spettatore in un viaggio temporale, dal 1946 al 1972, e spaziale, da New York a Londra, passando per Parigi e Maiorca. Qui si svolgono le vite di questi indifferenti, che vivono le loro avventure sotto le lenzuola, fatte di incesti, intrecci, in cui è possibile che si superi abbondantemente “il triangolo no”, storicizzato dal testo del cantautore italiano.
Fallisce Tom Kalin, perché, prendendo a pretesto tali suggestioni, stenta a mettere in atto le rivendicazioni sociali e sessuali, il desiderio di riscatto, di supremazia e di potere che sono proprie delle vere vite di una madre e di un figlio, che di tale storia hanno scritto una delle pagine più brutte di cronaca nera. Tuttavia, non manca al film un certo impatto emotivo, nonostante l’interpretazione non eccellente degli attori, vuoi perché il figlio-compagno-e-amante, interpretato da Eddie Redmayne (L’ombra del potere), è l’essenza dell’inetto a vivere, ma anche perché la madre è colei che risveglia alcuni sentimenti edipici propri dei bambini (spettatori) non cresciuti, il film promette, ma ben presto smentisce ogni desiderio, anche visivo.
Giancarlo Visitilli
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta