Regia di Xavier Beauvois vedi scheda film
La subdola malattia che condanna a morte si trasforma, per il giovane Benoît, in rabbia contro la propria vita. Quell'estrosa energia che prima trovava un armonioso sfogo nello studio dell'arte, diventa un veicolo di autodistruzione, il motore di una smaniosa ricerca di quanto più rischioso e degradante vi possa essere per la sua persona, in senso fisico e morale. Un film coinvolgente, anche se mai enfatico, che ci trascina abilmente nella prospettiva del protagonista.
Le inquadrature in cui il nostro sguardo si fonde con quello del protagonista (il ragazzo sorridente nella sala d'attesa dell'ambulatorio, la lezione di cocaina impartitagli da Omar) si alternano a scene in cui assistiamo alla sua vita da lontano, e lo vediamo piccolo nella sua amara e disperata solitudine (il tentato suicidio al museo, la folle azione militare del finale). La combinazione di queste due tecniche è l'arma vincente del regista, che in questo modo riesce a trasportarci emotivamente in mezzo al dramma esistenziale del suo personaggio.
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