Regia di Xavier Beauvois vedi scheda film
Un bello stuolo di sceneggiatori scrittori, hanno accompagnato il debutto di questo regista e attore; un tema che brucia in molte generazioni nei decenni, la persa voglia di vivere e spendere la propria vita in maniera sfiduciata. Il sentimento che potrebbe salvarlo è accaduto troppo tardi o lameno questo viene reputato. Dopo una prima parte sconsolalnte, dal punto di vista della trama, abbiamo una seconda più densa e poetica.Il viaggio negli inferi è fatto in mnaiera quasi documentaristica senza concessioni alle facili prouderie che la storia porge. Ci sono scene dove di ci sofferma a dismisura, per voler tstimoniare un ambiente ed un stile di vita, risolto spesso dal cinema in maniera superficilae e tirato via. Qui si entra nei meandri infernali di un sottobosco feroce ed il nostro sguardo non è ben disposto alle volte a sopportarlo. La nota , quasi, sentimentale, ci fa riprendere il fiato per un momento per poi crollare in un finale inevitabile.
Un giovane studente decide di combattere alla sua chiamata alle armi con ogni mezzo, ma alla visita risulta sieropositivo e questo lo fa sbandare inveitabilnmente in maniera catastrofica.
Un amico, ruolo piccolo per poterlo inquadrare, fa parte del coro.
Un amico, ruolo piccolo per poterlo inquadrare, fa parte del coro.
Regista molto particolare, qui adottato per il ruolo del padre.
Presenza più che distinta, nel ruolo della madre, sguardo sperduto e appassioanto
Partecipazione anche non facile, in un ruolo che giustifica anche la sua parentela italiana; dà molto, anche con scene la limite forse per conquistarsi unapresenza più vera e meno artificiosa nel mondo del cinema.
Regista e attore, qui al debutto di regia. L'immedesimazi9one nel ruolo è assoluta e questo contribuisce molto alla riuscita del personaggio
Debutto alla regia, forse anche in maniera troppo precostruita, ma intelligente; in Francia certo cinema è più sperimentato che da noie se lo possono permettere
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