Regia di Daniele Segre vedi scheda film
Dice che il lavoro nobilita. Non solo però, visto che il lavoro anche uccide. Succede praticamente tutti i giorni. Succede in Italia, dove i faticatori delle grandi opere e dei piccoli cantieri lavorano spesso senza diritti, senza contratto, senza sistemi di sicurezza. Tacciono e vanno avanti nell’irregolarità, perché o così o niente e va già bene che oggi ci sia da guadagnare 30 euro. «Perché ti sei fatto una famiglia sperando che prima o poi le cose si aggiustano». Testimonianze raccolte da Daniele Segre in un documentario tragico e appassionante, girato con la collaborazione del sindacato edile della Cgil prima che i fatti della ThyssenKrupp facessero diventare le morti bianche un argomento da prima serata. Lo stile è asciutto, essenziale: una carrellata di volti in primo piano che avrebbero molto da dire anche in silenzio. Facce segnate dal destino e dal sistema produttivo. Storie da una Repubblica fondata sul lavoro che spesso affonda nell’illegalità. Una signora racconta di aver perso nei cantieri sia il figlio che il marito. Un ragazzo spiega come si vive dopo un incidente che gli ha fatto scoppiare una gamba. Altri dicono che i lavoratori in nero devono nascondersi quando in cantiere arrivano i controlli. E se si fanno male è meglio che non vadano in ospedale, come i ladri. Cinema utile da vedere e sostenere. Per info sul film e sulle proiezioni (è in tournée): www.danielesegre.it
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