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La notte non aspetta

Regia di David Ayer vedi scheda film

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La recensione su La notte non aspetta

di mc 5
4 stelle

In una estate come al solito avara di uscite cinematografiche significative, cosa dovrebbe fare uno che è appassionato di thriller-noir quando vede che ne arriva uno, peraltro annunciato da un invasivo trailer che non è niente male, e alla cui sceneggiatura ha messo mano nientemeno che James Ellroy? Chiaro che uno si fionda al cinema. Per poi uscirne col muso lungo dopo 109 minuti. Ma procediamo con ordine. Intanto non comprendo l'atteggiamento della critica che con questa pellicola si è rivelata troppo generosa: tutte le recensioni nell'affermare che trattasi di un film modesto, concordano però nel salvare il "ritmo incalzante" e "la buona prova" di Keanu Reeves. Troppa grazia. Per fortuna che almeno il critico di FilmTv ha detto la cosa giusta alla quale mi unisco con entusiasmo: un talento come Ellroy, di fronte ad un prodotto finito come quello ora in sala, dovrebbe -se non altro per dignità- ritirare la propria firma. Si tratta di un thriller del sotto-filone "poliziotti corrotti", categoria piu' volte rappresentata sullo schermo con esiti soddisfacenti (e penso al recente caso dello stupendo "Tropa de Elite" o "L'ultima Missione" di Marchal), ma stavolta il risultato è deludente sotto ogni profilo. Va detto che lo stesso regista, David Ayer (qui alla sua seconda prova) già nel suo esordio "Harsh Times - I giorni dell'odio" si era cimentato col medesimo tema, guadagnandosi il pollice verso della critica con quel film che a me invece piacque parecchio, soprattutto perchè, su uno sfondo davvero torbido ed inquietante, dominava un ambiguo ed istrionico Christian Bale. Uno di quegli attori che (insieme ad un Mark Ruffalo o ad un Joaquin Phoenix) oggi fanno la differenza e riescono con la loro bravura a risollevare perfino sceneggiature zoppicanti o non eccezionali. Ho detto Christian Bale, cioè un attore preparatissimo, ricco di risorse professionali, che in quel caso diede dignità ad un film di per sè non eccezionale. Ma stavolta Bale non c'è. C'è invece un desolante Keanu Reeves. E mi chiedo quale film abbiano visto quei critici che ne hanno lodato la performance. Io l'ho trovato di una inespressività imbarazzante, pare che sia sempre sotto l'effetto di qualche "sostanza" che ne limiti o trattenga le potenzialità, inchiodandolo ad una rigidità monolitica, con quest'unica espressione fra l'incupito e il "mal di pancia". Mi auguro solo che Reeves sappia trovare migliori occasioni professionali, e che non sia già definitivamente "bollito" come attore. Il film è messo in scena con mano poco felice dall'inizio alla fine. Dialoghi pacchiani e ridicoli (Keanu ripete 3 o 4 volte la frase "Mi stai prendendo per il culo?" per tacere di perle quali "Non vi piace la figa?" oppure "Mi fece un ottimo pompino", il tutto pronunciato senza un vero motivo, così buttato lì...bah). Doppiaggio vergognoso. Attori tutti al di sotto della sufficienza. Scorrendo il cast noto dei nomi d'arte da rappers (e probabilmente quindi lo sono) e mi chiedo se questa usanza di far recitare dei divetti neri dell'hip-hop non stia prendendo piede un pò a cazzo...Perfino una gloria conclamata di Hollywood come Forest Whitaker qua gigioneggia e si sbraccia inutilmente in un ruolo scritto piuttosto male, insulso, un personaggio cui la sceneggiatura ha regalato solo banalità e contorni forzati e poco credibili. A parte poi delle stupidaggini del tipo che appena la macchina da presa inquadra un nero dall'aspetto poco rassicurante la regìa fa partire in automatico il pezzo gangsta-rap...Oppure tipo che ogni volta (ma proprio sempre eh!) che cambia la scena (e dunque decine di volte) la regìa inserisce la solita panoramica di Los Angeles vista dall'alto, accompagnata da una fastidiosa "musicona" percussiva che vorrebbe sottolineare non si sa bene cosa. Per apprezzare personaggi, dialoghi e sceneggiatura simili, bisogna essere proprio di bocca buona, o magari accontentarsi di stereotipi da telefilm. Los Angeles perduta nel peccato, nel buo ambiguo della notte, tra spacciatori e poliziotti corrotti: c'era materiale per un thriller appassionante, e invece ne è venuto fuori un film quasi irritante e che non appassiona mai. Ma c'è qualcosa da salvare? Sì. Certe scene d'azione realizzate con discreto mestiere e l'interpretazione di Hugh "Dr. House" Laurie, che conferisce al personaggio la necessaria ambiguità, anche se la parte è piuttosto ridotta, poco più di un cammeo. Certo, se paragonato al "cine-cocomero" di Carlo Vanzina, è da Oscar. Ma che magra consolazione.
Voto: 4/5

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