Regia di Marcel Langenegger vedi scheda film
Nella prima mezz’ora non si fa altro che scopare. A momenti, l’impacciato contabile di Ewan McGregor meriterebbe la palma d’oro come scopatore dell’anno. Una furia dannata votata al sesso, che ha scoperto il proprio lato hard solo grazie all’incontro con il misterioso Hugh Jackman. Poi entra in scena la femme fatale Michelle Williams, c’è un depistaggio nella trama che ti fa credere che trattasi di storia d’amore e… zac!, ecco il vero film. Che con l’erotismo c’entra poco, in fin dei conti. Ecco a voi un thriller piuttosto convenzionale ma non privo di un suo interesse, più che altro individuato nel disegno psicologico dei personaggi. Certo, non ci sono le basi per dichiararlo come un dramma cerebrale e dell’anima – ma forse non ha neanche l’ambizione di esserlo. Però incuriosisce. Destano curiosità i comportamenti degli ambigui e nudi e crudi (in tutti i sensi) protagonisti, coinvolti in una vicenda torbida e dai connotati abbastanza singolari, caratterizzata da risvolti certamente avvincenti, ma comunque inesorabilmente prevedibili. Telefonato e scontato, eppure non sprovvisto di un suo fascino, ovviamente patinato e banalmente yankeeano (passatemi il neologismo…), non farà strappare i capelli ma si lascia scivolare via senza troppe domande. Merito della fotografia di Dante Spinotti, livida ed elegante. Ma complice anche la buona prova del tris di attori in campo, specie un McGregor, finto mansueto ed incredibilmente scatenato tra le lenzuola, mentre i belli e bravi Jackman e Williams si allenano nella palestra del futuro divismo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta