Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film
Un film destinato a dividere, soprattutto perché ha tante qualità, ma anche tanti difetti, quindi le posizioni, sia in positivo che in negativo, hanno sempre ragion d’essere tollerate ed accettate più che in altre circostanze.
Personalmente mi sarei aspettato assai di più.
Da un lato abbiamo un melodramma su uno sfondo affascinante (credo che l’Australia rappresenti al meglio il senso dell’avventura), con paesaggi suggestivi, colti in un periodo storico abbastanza complesso (la Seconda Guerra Mondiale sta per fare la sua comparsa anche lì).
Dall’altro la potenza visiva eccelsa toglie fiato e vigore alla vicenda che non riesce mai davvero a conquistare, pur possedendo le qualità richieste per lo scopo di emozionare e coinvolgere.
Insomma, Buz Lurhman ha fatto la ciambella senza il buco, troppo maestoso e scarsamente capace di valorizzare la componente emotiva.
Così quello che esce è un film per certi punti di vista affascinante, ma per altri quasi monco e non credo che le sue intenzioni fossero queste.
Rimangono, come già detto, carrellate da paura, un discreto senso di libertà ed avventura, la rappresentazione, coraggiosa per il contesto, di una specie di apartheid ed immagini di grande impatto visivo.
In ogni caso troppo poco, date le premesse, per meritarsi un giudizio superiore anche in virtù di una eccessiva dilatazione dei tempi filmici che comportano, ad un certo punto, anche un po’ di noia.
Per il resto bravi gli attori.
Mezza delusione.
Un talento cristallino intrappolato in un contesto troppo magniloquente.
Era abituato a scenari decisamente diversi e qui si trova a disagio.
Nei panni del mandriano rozzo, ma sensibile, ci sta abbastanza bene.
Lei sarebbe perfetta per riecheggiare i melodrammoni anni sessanta.
Ed infatti è brava, statuaria, bella e dinamica quando le scene lo richiedono.
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