Regia di Michael Cimino vedi scheda film
Sì, sì, Cimino è un regista importante e infatti "Una calibro 20 per lo specialista" (1974) è un bel film, "Il cacciatore" (1978) è un capolavoro e "I cancelli del cielo" (1981) è un filmone. "L'anno del dragone" è un film che ha i suoi pregi (soprattutto nelle scene d'azione), ma ha soprattutto molti difetti ed è in sostanza un film poco riuscito. Cimino e Oliver Stone in sceneggiatura cercano di lavorare anche di cesello, soprattutto nelle scene "intimiste", quelle che riguardano il privato del poliziotto, ma a giudicare dai risultati hanno in mano una zappa e non sono credibili, quando addirittura non cadono nel ridicolo involontario (la storia d'amore con la giornalista sinoamericana è penosa). Non si può non essere d'accordo con Giovanni Grazzini quando sostiene che «la musa di Cimino rimane l'isterismo visivo». Va anche detto, però, che i suoi attori non lo aiutano: Mickey Rourke è il peggior attore che abbia raggiunto (immeritatamente) la statura di divo, e questo testimonia a favore della cattiva fama che si portano dietro gli anni ottanta (e me ne dolgo, perché sono quelli nei quali sono diventato uomo); Ariane Koizumi non è nemmeno un'attrice e mostrare il suo corpo affusolato non ci fa dimenticare che di cinese non ha niente (è una modella olandese d'origine giapponese e non si sa che fine abbia fatto dopo questo film); decisamente meglio se la cavano i comprimari di vera origine cinese, come John Lone e Victor Wong. Sul finale del film, che qualche critico ben disposto (uno a caso: Mereghetti) ha interpretato come un messaggio di speranza, è penoso e sembra appiccicato con lo sputo: spero che sia stato imposto dalla produzione, perché se ce l'ha messo Cimino di sua spontanea volontà, c'è da dubitare delle sue doti di regista.
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