Regia di Phillip Noyce vedi scheda film
Noyce affronta un tema spinoso come l'apartheid in maniera non caricata e nemmeno troppo convenzionale, come è successo molte altre volte anche con registi autoriali su q uesto tema, il risultato poteva essere ancora più forte, ma nell'insieme il film regge bene l'argomento proposto ed in un certo senso anticipa Eastwood sulla sua proposta che verrà. Si parte da un bella sceneggiatura che non si basa mai sul bianco ed il nero in contrapposizione, ma dando i necessari chiaroscuri che rendono la storia più vera e meno scontata, costruendo un personaggio più che problematico come quello di Robbins, che riesce a dare quel colore particole e mai mad, come tutti noi ci si aspetterebbe, nel sistema della convenzionalità di un racconto simile. Il regista, pur venendo da un cinema spesso commerciale e dentro gli schemi fino al midollo, ha saputo ben districarsi e raccontare in maniera efficace il dramma singolo, ma che si riflette su un popolo intero, insomma attenendosi ad un racconto di quotidianità, messa a confronto con il dramma storico che coinvolgerà il singolo. Una storia vera, con finale molto bello e significativo, che non ci lascia con il solito contentino moralistico.
Una storia che coraggiosamente affronta l'argomento in maniera diversa
Una buona regia che va oltre quello che avrebbe promesso
Un ruolo problematico più del normale e quindi efficace
Un bel ruolo complesso e ben svolto
Il ruolo della moglie, due lati del personaggio ambedue ben sviluppati
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