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In Bruges - La coscienza dell'assassino

Regia di Martin McDonagh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In Bruges - La coscienza dell'assassino

di berkaal
8 stelle

E perché non "In Brugge", dato che sono praticamente tutti fiammingofoni (o nederlandofoni) e non francofoni? Film surreale, quasi onirico, bizzarro, assurdo, anche se non si raggiungono le vette di Hyeronimous Bosch che, guarda caso, è presente nella narrazione. Tre killer con problemi di coscienza, praticamente un ossimoro, ma una volta chiarita la chiave di interpretazione, tutto fila liscio, si ride parecchio e si sorride, anche quando qualcuno si spiaccica al suolo cadendo da 83 metri. Brendan Gleeson è ineffabile, Colin Farrell fa lo schizzato e lo fa bene, Ralph Fiennes beneficia del doppiaggio di Roberto Pedicini che per l'occasione usa l'intonazione di Kevin Spacey, con quelle sfumature che sanno tanto di pazzo criminale. Nel film si insiste spesso su argomenti che però non vengono spiegati: sui cigni, che sono tipici di Bruges perché Massimiliano d'Austria condannò la città a custodirli per punirla della decapitazione nel 1488 di Pieter Lanchals, e sul fatto che i nani si suicidino, qui ci si riferisce all'attore David Rappoport che si tolse la vita, per depressione, nel 1990. Per finire, se guardate il film in lingua originale, preparatevi a 126 "fuck" in un film da 107 minuti, più di un "fuck" al minuto.

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