Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
Pur con qualche lungaggine e qualche ingenuità narrativa tipiche di un'opera prima, non è da perdersi questo "In Bruges", noir con tendenza al grottesco, tipo i film di Guy Ritchie, ma più interessante e meglio girato: il nuovo regista Martin McDonagh pone due killer professionisti in "penitenza" a Bruges con una segreta (ma nemmeno tanto...) motivazione finale, giocando la trama tra sinuosi sospetti e uno humour salace che non funziona sempre come desiderato, ma eleva spesso la pellicola a potenziale titolo di culto. Colin Farrell, come spesso gli accade quando non è sotto la pressione di film ad alto budget funziona bene nel ruolo dell'assassino attraversato dai sensi di colpa, Brendan Gleeson, che è un interprete notevole sempre, qui è in particolare forma nel dipingere un omicida di professione che cova una segreta gentilezza d'animo: citazione non banale di "A Venezia un dicembre rosso shocking", e un finale risolutorio e violento che forse un film americano avrebbe scansato, o non avrebbe reso così sfumato. In più, una bella scoperta: da quel che si vede, Bruges è di un fascino straordinario, da meritare di essere visitata.
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