Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
Innanzitutto Bruges, con la sua magia, il suo gotico decadente, la nebbia ed i ricami di pietra, i riflessi dei canali su ponti gioiello e case pastello e tutta una scuola pittorica attorno, quella fiamminga ovviamente, ad esaltarne colori ed immagine. E poi c'e' il film, una dark-comedy come da un pò non si riusciva a vedere. Due killers, dopo una missione naufragata, devono soggiornare a Bruges in attesa di nuove istruzioni e che le acque si calmino. Accadrà di tutto... Il film tributa citazioni e rimandi a tutta una cinematografia di genere, da Pulp Fiction a Cose molto cattive, ma con brillantezza ed inventiva, il grottesco ed il surreale si fondono con geniale chimica all'istinto nero della trama, mantenendo un eccellente equilibrio tra dramma e farsa, spiazzando continuamente lo spettatore in perenne bilico tra risata ed ansia. Rivalutato l'ottimo Farrell, dopo la monocorde interpretazione di Sogni e delitti, qui finalmente in grado di evidenziare spessore e contrasti (all'esordiente McDonagh in regia evidentemente molti meriti...) con ideale partner il pacioso Gleeson. Viene naturale poi, un raffronto tra un delizioso Ralph Fiennes, carogna irosa e brillante, ed il William Hurt di History of violence, macchietta ridicola suo malgrado: spesso, a prendersi troppo sul serio, si ottiene l'effetto contrario... Elegante e delicato l'omaggio finale a Carlito's way.
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