Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
La protagonista principale del film è Bruges, sognante e fiabesca cittadina delle Fiandre adagiata fra i suoi canali e le sue memorie medioevali, circondata dalla foschia e dalle nebbie del suo clima autunnale. Perchè Bruges è una città autunnale, non c'è migliore stagione per visitarla, in quel periodo dà il meglio di sé ed è pronta ad accogliere le anime piangenti e malinconiche (Ken), ma anche quelle colpevoli e divorate dal rimorso (Ray). Le due anime in questione sono due piccoli criminali irlandesi in fuga dopo un lavoro da sicario andato male e finito in tragedia; diversi tra loro, uno si lascia coinvolgere dall'atmosfera della piccola Venezia belga mentre l'altro, più giovane ed irruente, dimostra una crescente insofferenza. Da questa introduzione il film si dipana su due livelli: il primo preparatorio, contrassegnato da un ritmo lento e da dialoghi brillanti fra i due sfaccendati turisti per forza, il secondo da un'azione sfrenata ed un andamento dei dialoghi parimenti brillante ma più virato verso il versante "Black Comedy". La sceneggiatura è equilibrata e sicura, tolta qualche situazione eccessivamente sopra le righe, nella sua scelta di "colorare" la storia come un quadro di Bosch e quindi di popolarla di figure bislacche quali nani, grassoni, puttane e monatti, in un carosello da bestiario medioevale. La sequenza finale è un omaggio direi palese a Brian De Palma ed al suo Carlos Brigante, virato in un'apoteosi di suggestioni e personaggi pittorici fiamminghi.
P.S.: mi è venuta voglia di visitare Bruges, prima o poi lo farò.
Scoppiettante.
Sicura.
Convincente, anche se a volte eccessivamente gigione.
Ottimo.
Divertente.
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