Regia di David Von Ancken vedi scheda film
Caccia spietata nasce come una fuga rocambolesca, che non dà neanche il tempo di prender fiato e che trasmette i brividi e tutta l’asprezza del clima rigido ai tempi del primo far west (quando ancora erano fumati le ceneri della guerra civile)…
...e muore in un torrido orrido; quello del delirio.
Quello che neanche la più fervida, folle mente avrebbe potuto immaginare.
Ergo, paradossalmente (in quanto, da principio, i motivi della “caccia” ci sono oscuri), ha più senso l’incipit selvaggio e rude, piuttosto che quanto segue dopo… ma dico “immediatamente” dopo: perché già gli stratagemmi che consentono alla coriacea tempra del protagonista (P.Brosnan) di emergere ed imporsi (vuoi inscenati con confusione, vuoi semplicemente in totale conflitto con la logica ed il buon senso) si rivelano affidabili campanelli d’allarme, i quali, in una con le del tutto anomali incursioni di due guess star (come W.Studi e A.Huston) spianano la strada per un finale dissennato ed inconcepibile.
Si “salva” (non mi si prenda alla lettera… o forse sì?) solo Brosnan, davvero trasformato (in volto e non solo). Neeson (ma, invero, ormai, purtroppo, da molto tempo) non pervenuto.
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