Regia di David Von Ancken vedi scheda film
È uscito in sordina senza manco i flani, in una manciata di sale in tutto, in ritardo (è del 2006), con un titolo da fondo di magazzino action anni 80, magari con Chuck Norris e tagliato di 20 minuti. Epperò è un film di quelli che lasciano il segno, un western duro e puro, sanguigno e sanguinante, appassionante come pochi. Comincia in montagna, d’inverno, prima della conquista del West, subito dopo la fine della Guerra civile. Le armi, nonostante tutto, non tacciono per niente, anche perché l’odio non è ancora seppellito sotto la coltre di neve. Due uomini (Brosnan e Neeson, entrambi guarda caso irlandesi), uno contro l’altro, uno scortato da un drappello, l’altro solo e ferito, si inseguono, si annusano, si sfidano: non per motivi politici ma per un fatto personale, accaduto in tempo di guerra a Seraphim Falls, da cui il titolo originale. Nessuno dimentica, difficile dire chi è buono e chi è cattivo. Non è tempo d’eroi. Resta la forza primordiale della natura che non fa sconti, costringe ad arrivare all’essenza di se stessi anche per trovare la forza di scaldarsi le mani congelate nelle budella di un cadavere ancora caldo. Produce Mel Gibson, dirige un giovinastro che viene da Californication, The Shield, CSI: NY. Rapsodia della violenza, realistica, cannibalica, mai banale né gratuita. Finisce come un miraggio pacifista, contro tutte le guerre e le bombe intelligenti, a 50 gradi sotto il sole nel deserto dove tutto può succedere.
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