Regia di Vera Belmont vedi scheda film
La trama (vedi sotto) è talmente inverosimile ed assurda che lo spettatore viene portato a rigettare tutto il contenuto del film. Anche se ovviamente ci sentiamo commossi e partecipiamo alle sofferenze della bambina, ci rendiamo conto della irrazionalità del racconto e non c'è licenza poetica che tenga. Se il soggetto doveva essere una favola, parta pure da elementi temporali concreti (ad es. il ritrovamento di bambini ebrei in una foresta polacca è possibile perchè fu storicamente accertato), ma venga subito chiarito che ci troviamo in una situazione fantasiosa (il libro da cui il film è tratto la gabellò come fatto vero). Anzi l'assurdità degli eventi che si susseguono creano nello spettatore un provocatorio insulto alla sua capacità di discernimento. Se il film doveva essere quello buonista di partecipazione alle avventurose disavventure della ragazzina, l'obbiettivo suscita invece irritazione. Voto 3
Una bambina ebrea di 7 anni in Belgio: Arrogante e cittadina vede improvvisamente distrutto il suo, sia pure limitato mondo, quando i genitori vengono deportati all'Est. Adottata da una famiglia cristiana non viene trattata amorevolmente e ricambia creando non pochi problemi. Fornita di una bussola nell'inverno del '43 si incammina a piedi ed attraverso i boschi partendo da Bruxelles arriva.....in Ucraina in poco più di sei mesi. Durante il tragitto rubacchia qua e là per sopravvivere. Incontra una lupa gentile (?) e caritatevole (?) che le procura addirittura una lepre per sfamarsi (è un messaggio che le bestie feroci sono altruiste e conprensive ?) e che la segue per tutta la Polonia. Visto in Ucraina un telegiornale con le immagini della liberazione di Bruxelles. nel '44 riaffronta il viaggio all'inverso (stesso percorso ?)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta