Regia di Andrew Lau vedi scheda film
Richard, perché lo fai, disperato ragazzo mio... ma, soprattutto, perché ti sdai?
In realtà il bianconiglio buddista più affascinante di Hollywood è il solo a salvarsi in questo assurdo pastrocchio che negli Usa è andato direttamente in videoteca senza passare dalle sale cinematografiche.
Andrew Lau, stimatissimo (almeno da me) autore della trilogia “Infernal Affairs” firma un brutto film in realtà non del tutto suo; pare, infatti, che un altro regista abbia rigirato intere scene e che la produzione lo abbia ulteriormente rovinato con un montaggio modaiolo decisamente da troppo tempo fuori moda: accelerazioni, flash, sgranature... l’abile montatore non ci risparmia proprio nulla pur di farci girare e rigirare i gioielli di famiglia tra uno sbadiglio ed un’imprecazione.
Purtroppo, ad aggravare ulteriormente la situazione, ci si mette anche una sceneggiatura sconcertante per mediocrità di dialoghi e situazioni. Ritrovare Richard Gere in versione “thriller” fa sempre piacere, ma questa pellicola è da evitare come un passaggio in auto di un maniaco sessuale.
Peccato. Peccato mortale.
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