Regia di David Mamet vedi scheda film
Mike Terry ha una scuola di Jiu Jitsu brasiliano a Los Angeles. I debiti lo strozzano, intravede una via d’uscita ma resta imprigionato nella “casa dei giochi” che rischia di stritolarlo. Inganni e tradimenti, strozzini e tycoon della Settima arte, organizzatori di incontri truccati e “praticanti” corrotti. Non ci si può fidare di nessuno, ma una delle principali regole di ogni disciplina di combattimento è che non esiste situazione senza via d’uscita. Magnifico film Redbelt (la cintura rossa è quella assegnata al più onorevole dei maestri), uno dei migliori di sempre sulle arti marziali, costruito sul solito sistema delle scatole cinesi caro a David Mamet ma risolto facendo primeggiare l’etica di chi non scende a compromessi e prima di tutto vince con se stesso. «La cintura serve a tenere su i pantaloni» dice a un certo punto Chiwetel Ejiofor, bravissimo sensei travolto dagli eventi, come dire che non conta sia nera o bianca, perché è la persona a fare la differenza. Filosofia apparentemente banale, invece rivoluzionaria in un mondo di puri simulacri come quelli che Mamet, dalla notte dei tempi, rappresenta. Il cosiddetto professore che nell’ultima, straziante ed essenziale scena premia il protagonista è Dan Inosanto. Una leggenda.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta