Regia di Alan Ball vedi scheda film
Dopo quel capolavoro di American Beauty, avevo voglia di vedere altra roba del suo sceneggiatore, Alan Ball. Quale migliore occasione di Niente velo per Jasira, in cui figura anche come regista per la prima volta? Di roba al fuoco ce n’è. La storia parla principalmente di Jasira, una tredicenne alla scoperta della sua sessualità. La sceneggiatura sa di già visto. C’è la relazione tra un adulto e una ragazza, seppure in questo caso la ragazza sia molto più giovane rispetto a quella di American Beauty. E c’è anche il tema del rapporto problematico del lui con la verginità di lei. E come in American Beauty c’è il rapporto col vicinato. Vicini di casa sono un predatore sessuale e razzista (la rappresentazione del male) e una coppia di mente aperta che cerca di crearsi una famiglia (la rappresentazione del bene). E c’è da dire che a parte questa coppia non esistono modelli positivi in questo film. Inizialmente si pensa che Jasira abbia una sessualità anormale per colpa degli adulti, ma più avanti si scoprirà che anche i suoi coetanei sono “particolari”. Il padre ha un ruolo importante. E’ un libanese che vuole integrarsi in America ad ogni costo ma che continua ad avere un integralismo di fondo. Il film affronta anche un discorso politico. La musica ha a che fare con dei nomi che avevano già lavorato ad American Beauty. Il film risulta sì interessante ma pointless per certi versi. Non lo avrei detto con un film qualunque, ma dopo American Beauty ripresentare la sessualità in questo modo rivela un’attenzione morbosa da parte di Alan Ball da risultare quasi fastidiosa.
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