Regia di Julien Leclercq vedi scheda film
Un polar cyberpunk, mica male come idea. Due percorsi in parallelo destinati a convergere: la classica caccia all’uomo mossa da vendetta e il disperato tentativo di clonare una memoria. Una vicenda a tinte forti che annovera spietati serial killer, trafficanti di ricordi, macchinazioni governative, forze dell’ordine corrotte, identità annullate, madri possessive, sbirri implacabili. Materiale tutt’altro che inedito ma ben mixato e messo in scena con un gusto per la camera in movimento fuori dal comune. Un esordio registico decisamente interessante, catturato in una fotografia metallica che ben definisce un imprecisato futuro in cui è la tecnologia a pilotare le umane sorti donando speranze e creando flagelli al tempo stesso. Cinema di genere teso ed asciutto, magari non troppo innovativo ed essenzialmente debitore nei confronti di diversi cult movie oltre confine (strange days, matrix ma anche arancia meccanica) ma girato con personalità e dotato di spunti passionali e istintivi che qui in Italia non possiamo far altro che bramare. Strepitose per chiarezza e realismo le coreografie marziali, quasi sempre orchestrate in spazi strettissimi (un bagno, una cella, una sala operatoria). Dupontel poi dimostra di non aver nulla da invidiare a professionisti del settore come Statham, Snipes o Whalberg. Ottima prova.
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