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This Is England

Regia di Shane Meadows vedi scheda film

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La recensione su This Is England

di Peppe Comune
7 stelle

Shaun (Thomas Turgoose) è un dodicenne timido e impacciato. Vive in un piccolo paese della provincia inglese solo con la madre (Jo Hartley) perchè il padre è morto durante “l’inutile” guerra delle Falkland. E' sempre preso in giro dagli amici di scuola Shaun, per come si muove e per i "goffi" pantaloni che indossa. Ha una grande voglia di relazionarsi con gli altri e non gli sembra vero che un gruppo di skinhead (movimento giovanile che si contraddistingue per le scelte estetiche adottate e per una forte passione per la musica giamaicana) capeggiato da Woody (Joe Gilcum) gli offra ospitalità e un pò di quella protezione che andava cercando. Conosce i vari Milky (Andrew Shim), Lol (Wichy MacClure),Gadget (Andrew Ellis), Meggy (Perry Benson) e soprattutto Smell (Rosamund Hanson), che l’inizia ai segreti del sesso e diventa la sua "fidanzata", tutti ragazzi decisamente fuori dagli schemi che trascorrono le giornate a bere birra, fumare spinelli e ad ascoltare musica. Il registro cambia decisamente quando compare Combo (Stephen Graham), un vecchio amico di Woody appena uscito da tre anni e mezzo di galera. Con lui si alza decisamente la posta, dalla noia che può alimentare gesti di violenta ribellione giovanile, si passa alla violenza ideologizzata a sfondo razzista. Woody non ci sta e insieme a pochi altri ragazzi si ritira in buon ordine. Shaun rimane con Combo, non perché sappia bene di cosa si tratti esattamente, ma perché nella confusione della sua esistenza precaria questo gli sembra il modo migliore per non offendere la memoria del padre.

 

 

Ambientato negli anni ottanta, in pieno regime thatcheriano e con la guerra delle Falkland a fare da corollario all’arrogante legge del più forte, “This is England di Shane Meadows vuole essere un resoconto fedele di quegl’anni, almeno dalla prospettiva di chi inseguiva un insana voglia di sicurezza e si ritrovò a braccetto con gli stessi figuri che gliel’avevano fatta germinare in corpo. “This is England, this is England” gridano i ragazzi di Combo  a un raduno di ultranazionalisti, aizzati da un leader tutto vestito in ghingheri che li invita alla rivolta xenofoba contro tutti gli immigrati che hanno tolto spazi e lavoro ai figli d’Inghilterra e ad alzare fieri la croce di San Giorgio, la bandiera da difendere fino alla morte. Anche questo era l’Inghilterra di quegl’anni, l’odio razziale che albergava per le strade e un governo anti sociale (“La società non esiste”, tuonava la Lady di ferro) a fornirgli gli alibi della rivolta, due facce di una stessa medaglia, due modi diversi di essere partecipi di una stessa idea di gestione ultraconservatrice dello Stato, un miscuglio dall’alto tasso di pericolosità sociale capace di porre in deroga una tradizione politica autenticamente liberale e di mettere in crisi l’indole multirazziale del Regno Unito. Shane Meadows parla di tutto questo, ma sottilmente, senza gridare al mondo il suo credo politico, ma facendocene avvertire i segni attraverso la delineazione precisa di un particolare ed emblematico ritratto d’ambiente. Si seguono in particolare le sorti di Shaun, un adolescente che si veste d’adulto per scacciare i fantasmi della propria innata insicurezza e che si rapporta alle cose con gli occhi tristi di un innocenza già violata. Lui è tutt’altro che un violento, si è semplicemente accompagnato ad una legittima richiesta d’aiuto, quella che in fondo accomuna tutti i ragazzi di questa tipica storia occidentale, presenze leggere in un mondo appesantito da troppe incertezze, quella che li mette insieme in nome delle stesse ansie e le stesse paure e che può trasformarli in branco giocando sul loro deficit di tenerezza. Ecco, “This is England” è la storia di un amicizia virile tra ragazzi spigolosi, con momenti di gratuità violenza ed altri di tenera condivisione degli spazi, segni evidenti di un vuoto esistenziale che l’imprigiona e di aspettative andate tradite che lo alimentano. Un film che parla dell’ieri guardando al domani.      

 

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