Regia di Shane Meadows vedi scheda film
Shane Meadows ha talento e forza. Non c'è ombra di dubbio. Mentre Ken Loach è, da tempo, fuori giri, i film di Meadows raccolgono i nervi tesi del miglior cinema sociale inglese e lo fanno esplodere di nuovo, come in questa ruvida, a tratti ambigua, cavalcata nell'Inghilterra thatcheriana più dura e pura e, soprattutto, solitaria. Uno straordinario ragazzino attraversa la pellicola con occhi prima impauriti, poi speranzosi, infine adulti e disperati ancora, nello strepitoso finale, dove guarda dritto dentro la camera, quasi a chiedere a noi, spiegazioni, amore e nuove (dis)illusioni. Potentissimo.
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