Regia di Shane Meadows vedi scheda film
Sulla classe operaia, o piu' in generale sulla povera gente, piovono sempre pietre, sette giorni su sette, come gia' sosteneva il bel film di Ken Loach di quasi un ventennio fa, o con cadenza Ventiquattro (ore) Sette (giorni), per agganciarci al bellissimo esordio del '97 di Shane Meadows - che come il suo maestro Loach o come altri bravissimi registi inglesi, tra cui mi piace ricordare Leigh, Frears, Terrence Davies, Andrea Arnold, ma anche Guy Ritchie e molti altri - accentrano, chi spesso chi quasi sempre, le vicende dei loro lungometraggi su problematiche e situazioni inerenti appunto la classe piu' povera. Tanto che tutta questa produzione, quasi sempre di buon livello, arriva a creare un genere che poi magari "degenera" nel luogo comune: Regno Unito = problematiche sociali e disagio proletario...come Italia = mafia, pizza e mandolino.
Questo per dire che dopo Piovono Pietre o Riff Raff, dopo Belle Speranze o Dolce e' la vita, dopo The commitments o i due bei film della Arnold e' difficile aggiungere qualcosa di nuovo e straordinario allo stesso modo come e' difficile fare ancora un bel film sulla mafia dopo i capolavori di Coppola, Rosi e Cimino.
Comunque a parte queste considerazioni il film (del 2006!! che tempismo distributivo impressionante!) ci fa tornare nell'82, quando, mentre la Thatcher gettava il Regno Unito in una sanguinosa quanto inutile guerra per riappropriarsi di quattro scogli sperduti nel sudamerica, i ragazzi tra i 12 e i vent'anni venivano travolti dalla febbre delle mode come tentativo di rappresentare un carattere, uno stile di vita, o piu' banalmente e realisticamente di vivere una vita di apparenza e futilita'. Prima ancora che i Pet Shop Boys portassero a Londra il fenomeno tutto italiano (e di cui c'e' poco da vergognarsi ma anche poco di cui andar fieri) dei "paninari", nel Regno Unito bande di skinheads cominciavano a fare del loro aspetto la discriminante per entrare a far parte di chi conta. Basta dunque che il piccolo Shaun, orfano di padre proprio a causa delle Faulklands, si presenti a scuola con pantaloni a zampa di elefante, che diviene immediatamente oggetto di ilarita' e scherno da parte dei soliti prepotenti. Trova protezione in un gruppo di bulletti punk fin troppo garbati, che nulla sono finche' non viene scarcerato il vero capo della banda, lo sbalestrato Combo, violento razzista che sulle prime affascina il nostro protagonista, poi lo sconvolge con la sua inaudita crudelta' e violenza. Meadows sa raccontare, sa dirigere bene gli attori, persino i bambini (e il piccolo protagonista e' davvero eccellente), si avvale di una fotografia sporca come il sangue che scaturisce nell'ultima follia di Combo, che ha il solo merito di far desistere Shaun dal continuare a navigare quelle acque pericolose.
Nulla di piu', eccetto una bella colonna sonora di natali italiani e un po' troppa retorica che impedisce al film di toccare le vette dei maestri sopra citati. Ma Meadows ha fatto anche altro - non visibile da noi naturalmente, almeno nei circuiti di fruizione tradizionali - che vedro' comunque di procurarmi, dato che l'autore c'e' ed e' tosto.
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