Regia di Jonathan King vedi scheda film
Commedia splatter ripetitiva ma tutto sommato piacevole, "Black Sheep" parte da un'ideuzza semplice semplice ma geniale: trasformare la pecora, proverbialmente uno degli animali più docili e inoffensivi, in un pericolosissimo zombie astuto e letale. Il registro è quello della commedia demenziale applicata all'horror, il modello a cui ispirarsi il primo Peter Jackson (quello di "Bad taste" e "Braindead"), ma dal paragone con il maestro l'esordiente Jonathan King esce un po' con le ossa rotte. Perché laddove i primi film di Peter Jackson supplivano ai limiti tecnici e di budget tramite un debordante contributo di fantasia e visionarietà, qui il gioco tiene bene solo per mezzora, mostrando presto la corda, e perdendo man mano di interesse proprio a causa di una certa piattezza dovuta a un deficit di inventiva. Ma, sia ben chiaro, "Black Sheep" è tutt'altro che da buttare: non fa mai paura perché non ha alcuna intenzione di farne, piuttosto, come ogni commedia demenziale, si pone l'obiettivo di giocare con la prevedibilità per trasformarla in gag visiva. Ma ci riesce solo in alcuni casi, perdendo mordente col passare dei minuti, ma non mancando di assestare qua e là qualche buon colpo. Insomma, "Black Sheep" va preso per quella che è, una discreta commedia horror che parte da un'idea geniale ma non sempre la sfrutta al meglio, alternando scene divertenti a momenti di noia. Che dire? Carino. Ma il primo Peter Jackson era un'altra cosa.
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