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99 francs

Regia di Jan Kounen vedi scheda film

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La recensione su 99 francs

di bradipo68
4 stelle

Non conosco tutta la sua filmografia ma se continua di questo passo io e il cinema di Jan Kounen diventeremo ben presto due rette parallele che si reincontreranno ( forse) all'infinito. Mi aveva appena solleticato le papille gustative con la tarantinata pulp di Dobermann, mi aveva schiantato le pudenda col suo western in trip acido Blueberry e ora con questo 99 francs( che molti indicano come il suo film migliore) mi ha definitivamente messo al tappeto. Non riesco a sopportare un cinema così arzigogolato e autoreferenziale. Tratto da un libro di culto il film sceglie il tono grottesco per raccontare la vita di un pubblicitario che entra in crisi di coscienza ( accessorio di cui normalmente non sono dotati i tizi che fanno questo lavoro) quando la sua donna a cena in un ristorante di lusso gli regala un test di gravidanza positivo(l'unica scena divertente del film, lui ignorando che cosa sia lo odora e le dice che puzza di pipì) e il giorno dopo deve presenziare a una riunione in cui devono trovare il modo di pubblicizzare uno yogurt. Questa in concreto la trama ma il film sarebbe molto più articolato perdendosi in vezzi registici, citazioni a mani basse e ritratto di un mondo regolato dal vile denaro. Nulla di nuovo insomma ma Kounen cerca di deformare il tutto attraverso una lente grottesca e in questo si inserisce anche la trovata del doppio finale il quale chiude in due modi antitetici la circolarità del film che si era aperto con la sequenza del suicidio del protagonista(un volo interminabile da un grattacielo come in Mr Hula Hoop dei Coen). Se si voleva mettere in cattiva luce il mondo della pubblicità allora il film ha centrato l'obiettivo: il protagonista quando entra in crisi innesca una sorta di meccanismo di autodistruzione in cui cerca sistematicamente di troncare tutti i rapporti, fa entrare ogni tipo di polvere bianca nel suo naso oltre a varie altre sostanze stupefacenti e last but not least cerca di farsi licenziare. E' facile perdersi nei meandri della sua mente appannata e nei suoi incontri con colleghi di lavoro che sono "strani" almeno quanto lui,che si venderebbero la nonna pur di avanzare nel lavoro.
Film come minimo bizzarro è adatto solo ad alcuni palati.E il mio non è tra questi.

Su Jan Kounen

come al solito pecca di presunzione e di arrogante autoreferenzialità

Su Jean Dujardin

notevole,è la cosa migliore del film...

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