Regia di Robert Benton vedi scheda film
L'ho rivisto dopo parecchi anni, e l'ho trovato decisamente migliore di come me lo ricordassi. Non è esagerato definirlo uno dei film più efficaci sul tema del divorzio e delle sue conseguenze sui figli dei divorziati; Benton dirige in maniera concisa ed essenziale, non ci sono svolazzi superflui nè inutili pretese autoriali, il film è completamente al servizio della trama e degli attori. L'approccio visivo è spartano e assolutamente non estetizzante nel riprendere una New York intrisa di quotidianità e priva di glamour; certamente c'è qualche concessione di troppo al patetico e alla commozione, ma rispetto ad altri prodotti analoghi che fecero incetta di Oscar come Gente comune o Voglia di tenerezza, c'è un tono di prevalente sobrietà e una intensità drammatica più convincente. Dustin Hoffman è magnifico nel ruolo del marito abbandonato che deve imparare d'improvviso a fare il padre: l'interpretazione è tenuta su un registro di naturalismo assai convincente e spontaneo, decisamente meno "costruita" rispetto a quanto farà in Rain man. Altrettanto memorabile la Streep, che lascia il segno praticamente in tutte le scene in cui appare, e soprattutto in quelle ambientate in tribunale dove emerge la fragilità e la ribellione di Joanna; non male anche il bambino Justin Henry. Il finale non mi sembra così scontato e prevedibile come sostiene qualcuno, ma è in linea con la sobrietà che ha guidato la maggior parte delle scene, ed è reso attendibile dai sofferti primi piani dei due interpreti. Tutto sommato, un bel film superiore alla media delle pellicole che vincono solitamente gli Oscar, anche se il confronto con Apocalypse now di Coppola, che era il suo più diretto rivale quell'anno, resta certamente sfavorevole.
voto 8/10
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