Regia di Woody Allen vedi scheda film
37° film di Allen. Ci sono vari difetti: la commedia ha il freno tirato, non si lascia andare, non è quasi mai divertente; la prima parte è cartolinesca, sembra uno spot turistico (e infatti la città di Barcellona ha contribuito finanziariamente alla realizzazione); certi dialoghi non sanno interrompersi al punto giusto (o meglio, diciamolo, gli interpreti non sono in grado di reggerli); la voce narrante è di un’invadenza insopportabile, spiega dettagliatamente ciò che lo spettatore vede benissimo oppure si lancia in sproloqui a ruota libera. La parte migliore ce l’ha la Cruz, che viene evocata a lungo e che quando finalmente compare riesce a strappare qualche sorriso con il suo stereotipo della spagnola passionale; viceversa le due protagoniste rimangono intrappolate, appunto, nei rispettivi stereotipi (la razionale e l’istintiva). Da uno spunto simile Truffaut ha ricavato Le due inglesi: un paragone, in questo caso, sarebbe impietoso. A quanto pare ci sono stati problemi in fase di lavorazione, che hanno fatto abortire il progetto di una nuova trilogia europea di Allen. Voglio considerarlo, generosamente, un episodio interlocutorio.
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