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Rovine

Regia di Carter Smith vedi scheda film

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La recensione su Rovine

di mc 5
8 stelle

Già sento echeggiare nell'aria le accuse di incoerenza, alle quali cercherò di replicare con argomentazioni plausibili. Qualche giorno fa il sottoscritto esprimeva qui il seguente perentorio concetto: "tutti gli horror che escono d'estate fanno schifo". La mia espressione, a distanza di pochi giorni, suona quanto meno incauta e comunque incompleta. Sì, perchè bisognerebbe operare un distinguo, scindere il termine "horror" nelle sue varie sottospecie. Il mio concetto negativo comunque era riservato alla forma di film horror piu' presente nelle sale, e cioè il filone "case infestate", nel quale ormai penso si sia già detto tutto, compreso l'ulteriore deleterio sotto-filone "case infestate con fantasmini di bimbi giapponesi", dal quale Dio ci scampi. Un filone che invece, a mio avviso, non è ancora stato rivoltato come un calzino e qualcosina ancora può dire è quello che io definirei "Turistas", dall'omonima pellicola uscita l'anno scorso, e dunque sotto questo nome accomunerei tutti quei film che ci mostrano una comitiva di ventenni che si reca in vacanza in paesi esotici dove gli abitanti e la natura gli si rivoltano contro scatenando sciagure e mutilazioni. La pellicola "capostipite" incassò il pollice verso della critica e conquistò invece i miei favori, giudizio che qui riconfermo. A questa specie di horror non si chiede granchè, fatto salvo un minimo di dignità nelle capacità degli attori; perchè in questo preciso genere di cinema qual'è l'obiettivo primario? Semplice. Creare angoscia nello spettatore, il quale dapprima s'immerge in un clima esotico-vacanziero con belle immagini da cartolina e poi, via, con le prime avvisaglie della discesa agli inferi. Precipitando verso la tragedia finale, della serie "ne rimase uno soltanto, o al massimo due". Questo è il meccanismo. E se davvero il fine ultimo è scatenare un senso opprimente di malessere nel pubblico, allora questo film è da promuovere a pieni voti, perchè -anche grazie ad alcune immagini splatter forse piuttosto discutibili sotto il profilo del buon gusto- la pellicola trascina veramente negli abissi dell'orrore sia gli sfortunati protagonisti che il pubblico in sala. I giovani personaggi sono assortiti come la convenzione del genere prevede, ciascuno con una personalità diversa ed impersonati da giovani attori americani senza infamia e senza lode, fra cui spicca quella Jena Malone che avevamo visto in "Into the wild" nelle vesti della sorella del protagonista. Ma quello che imprima "la direzione" della storia è, in questi casi, l'aspetto e la forma che, in sede di sceneggiatura, si è scelto di attribuire agli "agenti ostili", cioè all'entità che si rivolta contro i nostri "vacanzieri". Intanto un paio di dati. Lo scenario è quello del Messico (in una non meglio identificata giungla), coi suoi richiami a vicende ancestrali ed arcaiche che si ripropongono tragicamente con inusitata violenza. Lo script è l'adattamento di un best seller di cui personalmente ignoravo l'esistenza. Uno dei momenti piu' riusciti è il primo contatto dei ragazzi con l'ostilità degli indigeni, che la regìa ci presenta dapprima sotto la forma di un cavallo imbizzarrito e subito dopo si disvelano questi uomini che mostrano da subito brutte intenzioni nei confronti dei ragazzi, tenendoli sotto la costante minaccia di frecce e pistole. Ma questa inquietante popolazione indigena non è che l' "immagine" dietro cui si nasconde qualcosa di ben piu' terrificante e cioè tutta una piantagione di piante carnivore assetate di vittime umane, contro le quali i protagonisti non possono che soccombere uno ad uno, in un crescendo di follìa e di terrore in cui sangue e mutilazioni vengono esibiti senza risparmio. E non si pensi al solito slasher-movie per teen agers, che qui il tono generale si fa troppo cupo e disperato per coinvolgere gli adolescenti. Non che le cose siano da collegare tra loro, però è curioso pensare che anche nella recente opera di Shyamalan esiste una minaccia che proviene dalle piante, seppure in un contesto del tutto diverso. Ottime le scenografie e soprattutto la fotografia, entrambe curate da nomi esperti già visti al servizio di film ben piu' importanti di questo. Trattasi di puro intrattenimento, non serve andare a cercare in questa natura minacciosa che aggredisce l'uomo chissà quali metafore ecologiche, è solo entertainment. In fondo non è altro che un romanzetto splatter, ma un suo fascino spaventoso ce l'ha. Da segnalare un fotogramma finale all'insegna di una fatale ironìa, a concludere un film dove di ironìa ce n'è ben poca. E se avrete la possibilità di osservare i titoli di coda, scoprirete che fra i produttori appare anche (curiosamente) il comico Ben Stiller.
Voto: 7 e 1/2

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