Regia di David Yates vedi scheda film
Si avvia alla parabola finale la serie ultramiliardaria di Harry Potter, che ha caratterizzato cinematograficamente la prima decade del 2000, e i produttori infatti hanno già pensato bene, per sfruttare al massimo le potenzialità redditizie del piccolo mago di Hogwart, di dividere in due il capitolo finale(peraltro ritenuto deludente dai lettori fans della Rawlings):oramai nella fase più viva dell'adolescenza,Harry e i suoi fidi amici incontrano nemici sempre più infidi e malvagi, e le carte finalmente cominciano a rivelarsi,sciogliendo sottotrame presenti fin dall'inizio.Come capita alle pietanze,però, allunga allunga,si perde il sapore originario e l'insipido diviene la caratteristica principale:se nelle sequenze di cinema fantastico la serie offre ancora,oltre ad effetti speciali di ottimo livello, la capacità di far brillare gli occhi, nell'evolversi della trama, se non si incappa nello stucchevole e melenso degli affaires sentimentali dei ragazzi(non perchè gli amori degli adolescenti non siano interessanti,ma come sono resi flosci qui lascia perplessi) la suspence delle trame dei maligni sono largamente prevedibili, inclusi i furtarelli narrativi della creatrice di Potter a mitologia e cinema e letteratura fantastica. Una serie che,non lo dico da ora,poteva essere risolta in tre,massimo quattro capitoli, soffre l'eccessiva dilatazione e la sensazione di una sontuosa uggia arriva ben presto, in un film che,oltre tutto, arriva ad una durata ingiustificata di due ore e un quarto, compresa l'ormai stravista sfida di Quidditch,il torneo con palla e scope volanti. Ci vedremo pure i due capitoli finali,va da sè, ma se questa è la prospettiva,ai titoli di coda dell'ultimo un bel sospiro di sollievo è garantito.
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