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Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Regia di David Yates vedi scheda film

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Eleonora Harris

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La recensione su Harry Potter e il Principe Mezzosangue

di Eleonora Harris
4 stelle

Harry Potter (Daniel Radcliffe) viene incaricato da Albus Silente (Michael Gambon) di convincere un professore di Hogwarts, Horace Lumacorno (Jim Broadbent), a rivelare il terribile segreto che costituisce la chiave per sconfiggere il perfido Lord Voldemort.
Nelle innumerevoli interviste rilasciate da David Yates prima dell'uscita del film, il regista ha insistito sul fatto che, nel realizzare "Il principe mezzosangue", egli ha bilanciato la comicità quasi-adolescenziale e spensierata presente nel libro della Rowling con il filo perpetuo costituito dalla lotta tra Bene e Male, senza rendersi minimamente conto che il suo vanto è in realtà proprio l'elemento fondamentale che, a conti fatti, impoverisce fino al punto della banalizzazione gratuita l'intrinseca complessità della storia, così come viene a tratti percepita eppure mai sviluppata "a regola d'arte". Yates è un regista televisivo dallo stampo particolarmente tradizionale e ciò è quantomai evidente nel film in questione: la trama non è una struttura articolata, bensì il risultato della giustapposizione di compartimenti stagni in una successione eccessivamente logica e piatta. Tuttavia, come è universalmente noto, la magia è illogica, privilegia il mistero e l'intuito, motivo per cui Yates finisce per trasformare una storia dal potenziale alquanto suggestivo in un equivoco e barboso raziocinio, privo di qualsivoglia guizzo di originalità. Peccato, perché la fotografia di Bruno Delbonnel, impostata su tonalità grigie volutamente ambigue, è la migliore che si si mai vista in tutti i film della serie, magistralmente cupa e dalle soluzioni inaspettate. Inoltre, il cast è al massimo: sono bravissimi i soliti noti, in particolare Tom Felton nel ruolo di Draco Malfoy, un personaggio che riceve finalmente la profondità che gli era stata negata, tanto che alcuni critici hanno affermato che il Draco cinematografico sopravanza l'alter ego cartaceo, e Jim Broadbent, il nuovo professore di turno, è, come al solito, meravigliosamente camaleontico. Il film richiedeva l'apporto di qualcuno in grado di differenziare adeguatamente i registri stilistici, nonché di una sceneggiatura meno annoiata e distante, quanto piuttosto finalizzata a migliorare i confusi libri della Rowling e non ad ottenere l'effetto contrario. Mike Newell (regista di "Harry Potter e il calice di fuoco") docet. Peccato, peccato, peccato.

Ulteriori riflessioni: La genialità di Mike Newell, il regista del quarto film, era stata quella di dare al film un ritmo autonomo rispetto al libro, impresa non facile dopo i tagli consistenti (ma, a mio avviso, ben mirati) effettuati dallo sceneggiatore, che è sempre lo stesso, per lo più a causa dell'eccesso di materiale a disposizione.
In questo film molte cose sulle quali, secondo me, era necessario soffermarsi di più sono state lasciate sullo sfondo mentre, al contrario, è stata data la precedenza a cose che potevano essere apprese intuitivamente e hanno rallentato e "sgonfiato" la tensione che, da quanto mi dicono, nel libro era sempre là.

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