Regia di Yoon-Hyun Chang vedi scheda film
Impropriamente definito un thriller ansiogeno, "Tell Me Something" è un poliziesco cupissimo imbrattato di sangue e ambiguità. Chi si aspettava uno spettacolo tambureggiante è rimasto deluso da un complicato polar che alterna segmenti pensosamente introspettivi a parentesi copiosamente gore, passando per flashback di raggelante musicalità (da brividi il frammento in cui Enya soffia "Boadicea").Un detective di discussa moralità (il tormentato Han Suk-gyu) si ritrova assegnato un caso rompicapo: qualcuno sta uccidendo persone anestetizzandole e facendole a pezzi col bisturi. I pezzi dei cadaveri vengono poi infilati in sacchi della spazzatura e disseminati per Seoul. Il detective Cho cerca di ricostruire corpi, identità e logica delle amputazioni, realizzando che al completamento del disegno necroscopico manca una testa. La sua.Chang Youn-hyun gira come uno schiacciasassi: inquadrature elementari come una tabellina del due sparate in faccia ai protagonisti. Volti di tre quarti immersi nell'oscurità e coperti da pettinature schermanti. Lampeggianti delle sirene che rimbalzano sull'asfalto e sulla pelle, esasperando gli animi e accecando la ragione. Sangue. Sangue ovunque. Che confluisce in un secchio sotto il tavolo autoptico, che esplode da un sacco dell'immondizia inondando un ascensore, che precipita da un cavalcavia sparpagliandosi sul parabrezza di un'automobile in corsa. Il cruore dell'enigma. Un film maestosamente pessimista.
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