Regia di David Koepp vedi scheda film
Giocare con i fantasmi non è facile. Soprattutto se a farlo stavolta è un valido sceneggiatore e un regista discontinuo come David Koepp. Eppure il pregio maggiore di una commedia fantastica come Ghost Town è proprio nel modo in cui riesce a essere trattenuta. Il dottor Pinkus è una persona scortese e poco socievole che, dopo un ricovero in ospedale, muore per 7 minuti. Tornato miracolosamente in vita, si rende conto di avere la capacità di vedere e parlare con i morti. Tra questi c’è Frank che gli chiede di boicottare la relazione della moglie con un altro uomo. Koepp non ha la mano leggera ma rispetto al mezzo disastro del precedente Secret Window questo film è un notevole passo avanti, supportato soprattutto dall’invisibile Greg Kinnear che è una specie di reincarnazione rovesciata di Patrick Swayze in Ghost e dal bravo Ricky Gervais, già visto nei due Una notte al museo. Al di là della sua congenita freddezza, attraggono comunque gli squarci su New York che sembrano essere ripresi dal primo Spider-Man, che il regista ha scritto per Raimi, i momenti visionari con il dentista inseguito dai fantasmi e quel respiro progressivamente malinconico tipico dei film di LaGravenese.
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