Regia di Dave Meyers vedi scheda film
Era il 1986, e il replicante di Blade Runner Rutger Hauer si aggirava per le highways americane, sulle orme di Duel e della minaccia metropolitana. Aria e polvere, e la sensazione che nessun luogo sia un posto sicuro. A oltre vent’anni di distanza, The Hitcher – La lunga strada della paura si rinnova, a quanto pare in chiave moderna, scegliendo la strada del road-movie adolescenziale. Musichetta pop in testa/coda, due giovanotti freschi di college e una crudeltà più esplicita, meno spaventosa. Ben realizzato, questo omaggio a tratti fa paura. Eppure, nonostante i colori, è un clone che sbiadisce di fronte all’originale, il cui punto di forza stava nel rapporto tra vittima e carnefice, ora assente. Per il resto, poche le novità. Alcune sequenze sono un calco, altre strizzano l’occhio a un’operazione non ancora compiuta. A due terzi di film entriamo in Psycho, e in Tv danno Gli uccelli. Gli stessi che Michael Bay, qui produttore, ha già annunciato di voler presto ri-fare. Puro marketing.
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