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The Hitcher

Regia di Dave Meyers vedi scheda film

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La recensione su The Hitcher

di mc 5
4 stelle

Purtroppo della mia visione della versione originaria di "The hitcher" ho solo qualche vago ricordo, da quel lontano 1986 sono passati un tot di anni e io non ho piu' la memoria di quand'ero un giovincello. Però di una cosa sono ben certo: quella pellicola mi inquietò parecchio, mi procurò qualche discreto attacco d'ansia, perchè -bisogna riconoscerlo- il crescendo di tensione era preparato molto bene, insomma era un incubo che sprigionava seduzione, dunque quasi il massimo per un thriller. Nel ruolo del "killer venuto dal nulla" un angosciante Rutger Hauer, e in quello dello sprovveduto "bersaglio" un giovanissimo Thomas Howell (che grazie a quel film acquisì una discreta notorietà popolare, fama che evidentemente non seppe mantenere se è vero che subito dopo sparì dalla scena, a parte qualche ruolo irrilevante in film irrilevanti...). Al di là del valore di quel film, discutibile fin che si vuole, bisogna comunque ammettere che seppe costruirsi attorno una indubbia aura da "cult movie", tutto sommato piu' che meritata. E, dunque, ti pareva che (con tutti i team produttivi "sciacalli" che son lì pronti a riciclare soprattutto horror) il solito gruppo di produttori specializzati in ripescaggi trucidi non ci metteva le mani sopra? Domanda retorica. A questo punto devo chiarire da subito la mia opinione -in generale- sui remake: li trovo per la maggior parte inutili, non necessari, che non aggiungono nulla, e soprattutto frutto di ricerche di marketing. Prendiamo questo "The hitcher". La primissima cosa che si respira fin dall'inizio è la chiara percezione della virata in direzione "teen horror movie" (cosa mi par di ricordare ben lontana dallo spirito originario della pellicola). Infatti hanno pensato bene di affiancare al protagonista una procace ragazzotta: ed eccoti qua "la famiglia Brambilla in vacanza- versione giovani d'oggi" pronta ad uso e consumo delle orde di teen agers con ovvio sottofondo di bubblegum-pop-punk a manetta (e qui ti monta su un discreto odio verso chi produce cinema oggi in America, senza piu' uno straccio di idea: ecco perchè quando esce un film americano non eccezionale ma comunque fresco e gradevole come "Juno" bisognerebbe uccidere non uno ma due vitelli grassi!). Uno dei problemi è che il film non "prende", cioè non riesce ad appassionare lo spettatore: o meglio, lo tiene in ansia con meccanismi ovvii quanto sfiatati, ma non lo conquista con uno "stile". Lo titilla, caso mai, con inusitate dosi di violenza e di sangue, ben consapevole (la produzione) di accontentare i piu' giovani, dunque l'ampio versante demenzial-ghignante del pubblico. Ma torniamo ai nostri due fidanzatini-birichini che vanno in macchina verso una vacanza di sesso birra e rock'n'roll (beati loro). La produzione ha scelto due facce in cui i ragazzini (quelli classici, per intenderci quelli per cui il massimo nella vita sono la finalissima di "Amici" o avere la suonerìa "fica" nel cellulare) possano facilmente riconoscersi. Lei sembra una fotomodellina, musetto grazioso, minigonna d'ordinanza, anche se poi una vaga sceneggiatura la trasformerà in una sorta di (IMPROBABILISSIMO!) Angelo Vendicatore. Quanto al suo "lui", qualcuno mi può smentire se affermo che con quella faccia sembra il cantante di una boy band, uno di quei ragazzotti che -dal palco dello show itinerante di MTV- suscita gli istinti belluini e primitivi delle quindicenni assatanate del pubblico? Ma il personaggio centrale della vicenda è lui, il "killer" venuto da lontano, anzi dall'ignoto. Certo era quasi impossibile restituire l'efficacia destabilizzante di un Rutger Hauer, ma credo che col volto assolutamente enigmatico di Sean Bean ci si sia mossi nella direzione giusta. Bean è attore navigatissimo e teoricamente idoneo al ruolo. Ma io, forse eccedendo in immaginazione, ho come l'impressione che la produzione (o la regìa) abbia operato per ridurre al minimo l'istrionismo di Bean, il quale sì, ogni tanto si lascia andare a qualche espressione diabolica e a qualche faccia inquietante, ma tutto sommato a me risulta un pò troppo trattenuta la sua interpretazione di psicopatico. Infatti non parla quasi mai: lui sta zitto e massacra. Peccato: sulla faccia ambigua di Bean si poteva lavorare molto di piu'. Anche il rapporto appena accennato fra un tenente di polizia e il killer poteva stimolare discorsi interessanti, e invece è un'ulteriore occasione di sceneggiatura che viene sprecata. Molto meglio sorvolare poi sulle imprese da super-eroe che la stessa sceneggiatura attribuisce a questo killer-macchina da guerra, per lo piu' spacconate inverosimili. Del tipo che lui da solo stermina mezzo corpo di polizia del New Mexico o abbatte gli elicotteri come fossero zanzare. Ma del resto è inutile che ce la stiamo qui a menare: è noto che un prodotto anche se palesemente brutto, se viene opportunamente "impacchettato" e se gode di diffusione mediatica adeguata, di colpo assume la dignità di prodotto "importante", dunque scandalizzarsi non serve a nulla. Del film, personalmente, ho apprezzato solo l'inizio, quando "lo sconosciuto" ha il primo approccio con la coppietta. Quel dialogo fra il ragazzo e l'uomo che ha appena ospitato sulla sua auto, è davvero all'insegna dell'ambiguità e del sospetto, davvero inquietante (grazie alla mefistofelica espressione assunta dal volto di Bean): ma tutto si esaurisce in quei 3 o 4 minuti scarsi. Tutto il resto è un meccanismo che va avanti col pilota automatico inserito, col minimo sforzo del regista. La vicenda riprende quota verso il finale, quando il poliziotto -dopo aver fatto prigioniero il killer- gioca con lui come il gatto col topolino: ma anche lì, come accennavo prima, l'occasione di rappresentare un meccanismo psicologico perverso e un minimo complesso fra i due personaggi, va in fumo ancor prima di nascere. In definitiva la cosa piu' efficace ed incisiva (l'unica?) del film è la faccia inquietante di Sean Bean, pur col rammarico che, con altra regìa e diversa produzione, quel volto sarebbe stato valorizzato in ben altro modo.
Voto: 4

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