Regia di Stefano Chiantini vedi scheda film
L’amore non basta e qualche volta nemmeno le buone intenzioni sono sufficienti. Come quelle che animano il regista Stefano Chiantini e il suo racconto minimo e minimalista, non del tutto compiuto, su due trentenni che si piacciono e si amano. Anzi, no. Forse si, forse no. Un po’, però, no, ma, boh. Storia di provincia che resta in sospeso sulle ali del dubbio. Lei fa la hostess, lui il barman precario, prima di tutto nell’equilibrio interiore. Leone e scorpione, dice l’oroscopo: dovrebbero essere scintille. Invece sono indecisi su tutto, insoddisfatti, incapaci di lasciarsi andare. Forse c’entra la famiglia. E la famiglia c’entra sempre. Lui ha subito un trauma che adesso cerca di spazzare via come fa con i granelli di caffè sul lavello della cucina. Lei ha una madre casalinga disperata che si è legata a un poco di buono. Forse c’entra la psicanalisi. E la psicanalisi c’entra sempre, della serie che se nemmeno tu sai cosa vuoi è impossibile chiederlo all’altro. Allora i due ballano da soli, s’incontrano e si scontrano, si cercano ma non si trovano. Resta un diario che rimane l’unico testimone di quello che poteva essere e non sarà. Un po’ come il film, nonostante Haber e la Mezzogiorno. Forse anche per certe scelte un po’ così, soprattutto Rocco Papaleo, qui anche sceneggiatore, nell’impermeabile da alter ego fantasmatico, come Bogart per Woody Allen.
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