Regia di Tim Fywell vedi scheda film
Tratto dal libro Ho un castello nel cuore (I Capture the Castle), uscito dalla penna di Dodie Smith, il film narra la stravagante storia fuori dal mondo della famiglia Mortmain (cognome emblematico, quasi da umorismo nero: letteralmente "manomorta", è un chiaro riferimento al padre scrittore in crisi d'ispirazione), collocata nell'Inghilterra degli anni Trenta del secolo scorso, dal punto di vista della secondogenita Cassandra.
Trama più che discreta, nonostante stenti a catturare l'attenzione fin dal principio. Se comunque non fallisce è unicamente grazie a certi personaggi irresistibili o quantomeno capaci di dimostrarsi apprezzabili e divertenti. Oltre alla deliziosa protagonista, citerei la esuberante Rose, il simpatico Thomas e il mesto Stephen. Non male la prova degli attori, magari lievemente impostata e ingessata da parte di alcuni (soprattutto gli adulti), ma compensata da una genuina spontaneità nei più giovani (i tre figli, ovvero le due sorelle e il fratello, su tutti). Buona la colonna sonora e meravigliosi i paesaggi inglesi.
In sostanza, è sufficiente e nulla più, tolto il suo fascino così squisitamente "British". Diciamo che non lo sconsiglio, sebbene il mio voto s'attesti nell'intorno del 3/5 soltanto. Un'opera che richiama a guisa di una fievole eco i romanzi delle sorelle Bronte (Jane Eyre e Cime Tempestose) oppure di Jane Austen (Orgoglio e Pregiudizio).
Cassandra ha diciassette anni e custodisce nel suo diario i segreti della sua bizzarra famiglia, i Mortmain. Vivono in un castello in rovina e sono praticamente sul lastrico. La madre è morta. Il padre è un eccentrico scrittore in crisi d'ispirazione; la sua seconda moglie, Topaz, è un'artista con la passione per il nudismo. Rose, sorella maggiore di Cassandra, è bella e vorrebbe sposare un uomo ricco. Poi vi sono i ragazzi: Thomas, il fratellino, e Stephen, il figlio dell'ex governante. La loro vita cambierà per sempre all'arrivo dei Cottons, gli americani che hanno ereditato la loro proprietà.
Buona musica del compositore italiano Dario Marianelli. Non il suo miglior lavoro, benché dignitoso.
Mah, forse il problema è che non si tratta propriamente del mio genere preferito. Tuttavia qualche margine di miglioramento è ravvisabile, secondo me, al fine di rendere il tutto meno apatico. Certi momenti, soprattutto all'inizio, soffrono troppo l'insidia della monotonia. E a ben pensarci, l'intreccio e molti dei suoi personaggi risultano a tratti oltremodo paradossali.
Brava. Forse la migliore del film. Cassandra Mortmain è d'altronde la protagonista e narratrice.
Convincente nelle vezzose vesti di Rose Mortmain.
Non del tutto incisivo il suo James Mortmain.
Un discreto Simon Cotton.
Ruolo minore tale Stephen Colley, ma destinato a dovere.
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