Regia di Anders Nilsson vedi scheda film
Tre storie di violenza che non convincono. Le scene rivelatrici delle incongruenze della sceneggiatura sono tante e disturbanti. 1) Il furore cieco e ridicolo della giornalista nella tribuna elettorale. La politica vista in maniera insignificante, senza nessuna riflessione sul potere. Il macchiettistico spirito corporativo maschilista dei suoi colleghi e del suo capo. 2) Una famiglia medioorientale tratteggiata malissimo: una masnada di uomini assassini seriali, una coppia di donne perfide malvagie e criminali che ne governano l'essenza maligna; una schiera di figli sulle cui giravolte si sorvola come nulla fosse (la prima figlia scappa e poi torna, la seconda va a denunciare genitori e parenti alla polizia e poi telefona a casa avvertendo di ciò la madre, vero capo della banda, i figli maschi bulli vigliacchi e assassini che si redimono ?!? non si capisce come perché e quando). 3) Una storia di ordinaria criminalità dove tutto è buttato sulla froceria delle vittime, col ridicolo duello finale in areoporto degno di un film di james bond. La polizia svedese che in quasi tutte le occasioni fa una figura barbina.
Insomma, a me pare un film il cui solo fine è lo sbandieramento delle tesi femministe e omosessuali, senza nessun tema di ridicolizzare storie vere ma non realistiche.
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