Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Tra i "Bravi ragazzi" scorsesiani e lo "Scarface" versione De Palma,c'è posto anche per questo signore della droga appena uscito di carcere ed intento a ripristinare il proprio potere,mentre allo stesso tempo cerca di mettere su un ospedale nel Bronx,che rimanga ad imperitura memoria,e,pure,a compensare il tanto male fatto in vita,nella galleria di gangsters che Hollywood ci ha proposto.Coproduzione italoamericana,"King of New York" (è così che chiamano il protagonista,deridendolo,due sbirri che gli danno la caccia,non esattamente integerrimi),è uno dei titoli che dà i dettami per l'estetica action anni Novanta,con luce tagliata dove serve,ralenti usato con parsimonia e luci crude della città:Walken,ottimo,è uno spettro che probabilmente sa di esserlo,seduce,danza,compra ed uccide con la stessa noncuranza,il contorno materiale è sordido,le donne belle come merce e status symbols,ed il film,che ha perlomeno un paio di sequenze da antologia del cinema d'azione-criminale (l'esecuzione nella cabina telefonica ad inizio film,per esempio,che descrive quanto caduco sia il Potere del malaffare),evita enfasi e rischi di rendere leggendari i propri malviventi.Si va al Creatore ricevendo tanto piombo quanto se ne è spedito in corpo agli altri,la morte arriva in silenzio,dentro un taxi,o sul pavimento di un metrò,nella penombra o sotto la prosaica luce dei neon.Un bel cult-movie,cui Ferrara imprime una direzione scrupolosa,in qualche momento come mettendo il silenziatore all'occhio della macchina da presa,smorzando la drammaturgia,ed andando dritto all'obiettivo di rendere una storia falsamente amorale.
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