Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Un noir dal pallore metallico, cosparso della cenere di uno splendore spento. Il redivivo re è esangue: è un sole che, dopo una lunga eclisse, non ha più ritrovato la sua luce. Il colore del declino irradia tutto il film, tanto che perfino il giorno ha la tonalità seppiata di un chiarore stanco. Alla perdita del prestigio criminale corrisponde, sul versante opposto, l'impotenza dell'apparato giudiziario; per questo, tra i due fronti non si combatte più una guerra regolamentare, ma si consuma, invece, la patetica e convulsa schermaglia tra due sconfitte che si guardano negli occhi, specchiandosi l'una nell'altra. Così, se il boss Frank White insegue un improbabile riscatto esistenziale recitando, in pubblico, il ruolo del filantropo, i poliziotti imboccano, senza più scrupoli, le strade dell'illegalità, alla strenua ricerca di una rivincita sulla malavita. Lo scontro avviene alla disperata, tra due sistemi ormai "saltati", in un panorama indecoroso e desolato, in cui la gloria è assente. "King of New York" è la breve storia di un tramonto, che però non ha il tono lirico di un addio al mondo, bensì l'enfasi grottesca di una assurda lotta contro una fine inevitabile.
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