Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
La vita di Giulio Andreotti, sette volte Presidente del Consiglio, emblema della storia politica italiana, raccontata dal regista Paolo Sorrentino. In questo film c’è un po’ di tutto, da una lunga serie di omicidi eccellenti (Pecorelli, Moro, Dalla Chiesa, Falcone…) ad allusioni, intrecci, presunti colloqui tra Andreotti con capi di mafia, addirittura il famoso bacio a Totò Reiina. Nello stesso tempo il regista descrive nel film un Andreotti religioso, mite, gentile, sensibile, persino generoso. Allora? Siamo di fronte a un novello dottor Jekyll?
Una rappresentazione confusa che mette solo in evidenza un potere corrotto, una politica fatta di pregiudizi, una magistratura non all’altezza del suo compito che lascia al paese mille interrogativi.
Un film senza sostanza, dove non avendo elementi ufficiali per raccontare la vera verità, tutto si riduce a un guazzabuglio di scene grottesche. Una pellicola scialba, noiosa.
Non convince neanche la presentazione umana del personaggio che nella realtà era elegante, disinvolto, ironico. Dopo aver visto il film, Andreotti lo definì una “mascalzonata”, ma non denunciò il regista. D'altronde, pare che il senatore non querelò mai nessuno durante la sua vita.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta