Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Premessa: ero tentato dal votare mediocre, ma la discreta infrastruttura cinematografica ordita da Sorrentino, con più di un originale soluzione, ha contribuito sensibilmente alla mia virata sull'almeno sufficiente. Per una volta ringrazio l'esiguità di opzioni proposte da Film.Tv. E vengo al film. Nonostante un potente Servillo, annichilitosi in una maniacale caricatura, il personaggio Giulio si destreggia tra eccessive casualità (ribadite più volte), posture cartoonistiche e reiterate battute al vetriolo, che tenderebbero quasi a rendercelo simpatico ("Perche le BR non hanno preso me?!"), scatenando invece ancor più inquietanti interrogativi. Lo stragismo di massa è appena sfiorato, ci si dedica invece a singoli ammazzamenti, incontri e abbracci, "compromessi" intrisi di politica "sporca" (come se ne esistesse di pulita...), pillole di destabilizzazione intessute su uno scenario cronicamente malato, minato alle radici, incancrenito nel dna, si ripercorre una s(S)toria dove prima o poi soccombono tutti tranne (sempre casualmente) uno. Sorrentino ci scarrella un divo Giulio tra il fosco ed il giulivo, circondato dal nulla macchiettistico (e forse per questo sopravvissuto indenne), la moglie ci mette la pulce nell'orecchio sulla presunta intelligenza del nostro, lo accarezza dedita e cambia canale quando Grillo ipotizza rivelatrici scatole nere nella gobba di famiglia. Scalfari si stupisce di un Caso che sembra vederci benissimo e noi, maggioranza di over forty in sala, ben consci dell'aria che ha tirato per oltre 50 anni, usciamo dal cinema senza saperne molto di più, con solo un'idea cupa quanto l'appartamento del divo, ed un'immagine trita e folcloristica di vita e malavita che, perlomeno, acchiapperà premi un pò ovunque, in nome della Santa Denuncia. Proviamo a portare Report al cinema. Forse qualcuno strabuzzerà veramente gli occhi.
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