Regia di Alessandro Baricco vedi scheda film
Debutto agognato e voluto fortissimamente da Baricco, grande affabulatore, e scrittore più curioso o trend, che di successo. Che amasse il cinema era evidente in ogni sua esibizione, ma contatti diretti non li aveva avuto, se non prestando due sue opera a Tornatore e a François Girard, il primo con ottimi risultati il secondo meno che trascurabile. Qui Baricco si avventura anche nel cinema con il suo stile arabesco, ed intesse ricami , una serie di piani diversi, sfrontate prese di posizione, volutamente anarchiche, che infastidiscono non poco. Il mettere alla berlina Beetthoven, con uno dei suoi capolavori è volutamente una fatto scandaloso a tutti i costi e proprio per questo sua caratteristica, il pubblico, anche quello più cinefilo, lo ha decisamente trascurato e snobbato. Ci sono piani diversi che non hanno di per sé nessuna attinenza, e questo succede anche nei suoi libri, ma la pagina scritta si presta meglio a certe operazioni, il cinema, pur nei più duri e claustrofobici autori e geni della settima arte, hanno un loro filo rosso, che magari astrusamente, ma con talento lo possiamo verificare ed accogliere, qui la linea rossa è spezzata in vari punti; la provocazione è la sola vera identità del film, e se si guarda la stanza del professore in casa dai manifesti si perde davvero la testa a seguire i grandi capolavori del nostro tempo tartassati da una mente malata
E' assolutamente una perdita di tempo ad andare dentro i meandri del film, non tanto della storia, che nei vari campi non esiste, che spesso non hanno nessuna attinenza e niente che li lega; ci sono richiami infiniti a grandi del cinema, ma evidentemente Baricco , presuntuosamente, non ci ha capito niente. E dico questo con dispetto e dispiacere, perché ho seguito da anni Baricco: teatro e tv e nello splendido Novecento, ma al cinema mi aspettavo molto di più o almeno con un senso scenico e di argomento che da una personalità come la sua sarebbe stato più che naturale. Dispiace vedere buttare o banalizzare argomenti forti, che al di là della provocazione fine a sé stessa aveva in mano.
Idea che dovrebbe essere una bestemmia provocatoria e fin qui tutto bene, poi ci disperde nelle nevi e nel gelo e nell'inocmpresione voluta
Fotografia interpretativa della migliore, ma il gusto cinematografico è debitore a così tanti autori, da perdere la sua idea principale
Sprecatissimo, anche se basilare
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