Regia di Olivier Marchal vedi scheda film
"La verità di un poliziotto non è sempre la migliore verità" recita un credibile Daniel Auteuil nella parte di un agente della squadra omicidi sprofondato per un lutto famigliare nell'inferno di alcol e depressione. Troppo grande il senso di colpa per essere stato dove non doveva essere al momento dell'incidente che gli ha portato via moglie e figlia. Con una sensibilità vicina solo a chi soffre sviluppa un senso profondamente paterno e protettivo per cuccioli d'uomo (la bambina cresciuta e futura madre) e d'animale (gatti e cani delle donne massacrate nei vari delitti di cui è costellata la storia). La polizia e il suo mondo a parte difficilmente era stata dipinta così a tinte fosche in una pellicola che ricordi recentemente. Incappottati in un look alla Matrix incontriamo e incappiamo in traditori, approfittatori, sciacalli, violenti, corrotti: un vasto campionario di casi direttamente imparentati con la criminalità. Il protagonista in qualche modo cerca di stare a galla con dedizione al lavoro e un codice personale che lo condurrà inesorabilmente al sacrificio. La speranza verrà riposta nelle generazioni a venire. Un buon film, se non fosse per la troppa carne al fuoco. Leggasi: fili narrativi paralleli mossi in modo spesso un po' confuso. Peccato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta