Regia di Olivier Marchal vedi scheda film
Bellissimo, eppure imperfetto. "L'ultima missione", diretto da Olivier Marchal, già autore del sublime "36, Quai des Orfévres", è un eccellente noir (anzi, "polar", come dicono i francesi), tesissimo, disperato, angosciante (anche se non privo di un barlume catartico di speranza nello splendido finale), diretto in maniera asciutta e rigorosa dal già citato Marchal ed interpretato da uno straordinario Daniel Auteil, al solito MONUMENTALE, nella caratterizzazione di un poliziotto, anzi di un uomo, alla definitiva deriva di un'esistenza allo sbando. Molto bella anche l'ambientazione in una Marsiglia livida e tetra, degna della penna di Jean-Claude Izzo e lontanissima dalle assolate ed oleografiche cartoline provenzali. Un film davvero notevole, insomma, eppure, come già detto all'inizio di questa mia recensione, non privo di evidenti difetti che sarebbe scorretto non citare: Olivier Marchal sembra essere molto più attento alla costruzione dell'atmosfera della pellicola (attingendo a tutti i più abusati cliché del genere noir) piuttosto che alla coerenza narrativa di una sceneggiatura che spesso si sfilaccia e si riempie di voragini e passaggi poco chiari. Il film è diseguale nel ritmo: parte lento e per lunghi tratti appare perfino macchinoso, per poi accelerare improvvisamente nel finale nel quale si condensa quasi tutta l'azione. Anche l'intreccio giallo delude non poco, risolvendosi in una sorta di abbozzo (molto semplicistico) che serve in maniera evidente come pretesto e come cornice per quello che palesemente interessa davvero a Marchal, ossia il racconto della caduta di un uomo, del suo rialzare la testa, del suo riscatto morale e del raggio di sole e di speranza che giunge ad illuminare, nel già citato splendido finale, un mondo marcio e corrotto fin dalle proprie viscere. In definitiva: se cercate una trama complessa, una sceneggiatura granitica, un pizzico di originalità ed innovazione... lasciate perdere "L'ultima missione" e guardate oltre. Se, invece, vi solletica l'idea di perdervi nei meandri oscuri di una tragedia dal sapore shakesperiano, carica di pathos ed emozione, non perdetevi uno dei più intensi polizieschi degli ultimi anni. Decidete voi se far prevalere la ragione o l'emozione, il cervello oppure il cuore... personalmente non ho dubbi: voto positivo.
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