Regia di Olivier Marchal vedi scheda film
"36, quai des Orfèvres" era un dramma poliziesco robusto e avvincente, con qualche calo di tensione nella seconda parte, ma aveva evidenziato le doti da buon regista di noir dell'ex-poliziotto Olivier Marchal. Il suo lavoro successivo vede di nuovo uno sbirro al centro della vicenda: ma è ridotto al lumicino, non ha più alcuna fiducia della vita ed è sbronzo la maggior parte del tempo, finchè non inquadra come svolta per la propria esistenza al macero un'indagine rognosa, su un assassino seriale che sevizia e trucida donne, introducendosi nelle loro case con una maschera amichevole e un espediente non colto dagli altri investigatori. Attorno e in parallelo, Marchal narra l'incedere delle vicende di un vecchio maniaco omicida vicino alla scarcerazione ( ma è ancora pericolosissimo e malvagio) e della ragazza che vide la propria famiglia massacrata dall'assassino: tutte e tre le piste si incroceranno prima del finale, e in modo tragico i conti torneranno. Se appunto del titolo più noto di Marchal si era notato un certo declinare , comunque lieve, dell'ottima impressione che faceva, di questo "MR 73" ( è un tipo di pistola prima in dotazione alla polizia francese) è vero il contrario, ad un inizio a rischio raffazzonato, segue un crescendo ben temprato e costruito, che porta ad una conclusione che non può essere del tutto positiva. Antieroe sfasciato dal dolore e dal perdersi, Auteuil dà una buona caratterizzazione, seppure fisicamente il personaggio sia un pò troppo "caricato", e del film resta nel ricordo dello spettatore la suggestione di dettagli da noir di categoria: forse il prossimo film di Marchal sarà il suo migliore, se impara a dosare tensione e ritmo narrativo.
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