Regia di Olivier Marchal vedi scheda film
Notevolissimo "noir", che fa parte di quell'inizio sfavillante di carriera, nei primi anni zero, di Oliveri Marchal, uno che oggi, pur essendo un regista di polso, che sa quel che fa, si è un po' seduto su dei "polar" interessanti ma senza troppa anima. "L'ultima missione" è, invece, un diversivo nel suo stampo da polizieschi duri e puri, e tratteggia, aiutato da un Daniel Auteuil macilento e strepitoso, un personaggio in dismissione dalla vita, dal lavoro di poliziotto, dagli affetti, e dedito solo all'alcol e ai ricordi. Attorno a lui il mondo in cui Marchal sguazza, ovvero quello di una polizia criminale corrotta e violenta, dei killer spietati e uno sfondo di dolore e di pioggia, pure con il sole. Un Cinema ancora lontano da quello un po' muscolare di oggi, dove l'azione è tenuta al guinzaglio e usata solo se necessario, visto che il perno rimane Auteuil e la sua personalissima Via Crucis ed è ciò che pare più affascinare il regista. Certo, rimane una sensazione di un personaggio un po' stereotipato, ma ci si passa volentieri sopra se, per esempio, ci facessimo bastare anche solo la scena iniziale, folgorante, con il protagonista accompagnato da "Avalanche" di Leonard Cohen. Ecco, questo è Cinema.
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