Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Interessante e innovativo.
Film interessante ed innovativo per come rappresenta il male. Un male assoluto che permea tutto ed a cui non si può fuggire in nessun modo, un male talmente invadente che appare come la normalità e che non si nota quasi più. Non c'è ombra di ambiguità. Gomorra è un film che non lascia speranza, che non offre lumicini e, più che rappresentare Scampia, rappresenta un vero stato nello stato; uno stato con delle autorità e delle regole precise in cui lo stato (quello vero) sembra un corpo estraneo. Ma Gomorra è anche un film sull'Italia: un paese strano, che lascia interi territori a sé stessi, che li ignora, che abbandona i suoi figli nelle mani dei potenti locali, condannandoli ad un degrado (fisico e morale) medievale, insopportabile per un paese cosiddetto democratico.
Alcune storie vengono rappresentate, storie che non si intrecciano ma che rappresentano questo male nelle sue varie forme. Da quello quasi istituzionalizzato di un'azienda che dovrebbe smaltire rifiuti ma che inquina il terreno, da due ragazzini che sognano di diventare Tony Montana, ad un bambino che non ha altre aspirazioni se non quella di entrare nella camorra (lei governa, lei rappresenta la scala sociale) ecc. ecc. E' un male che inizialmente fa tremare i polsi ma, a poco a poco, anche lo spettatore si abitua ad esso. E sempre la tensione ed il pericolo sono nell'aria, in ogni momento c'è il rischio di vedersi spuntare una pistola e di cadere a terra ammazzati; è Scampia, lì è normale. C'è parecchio Scorsese, ma i personaggi non hanno nessuna nobiltà d'animo. Sono brutti, sgradevoli ed odiosi anche quando sono loro a morire e nel migliore dei casi sono vittime di un sistema che li travolge e che non dà loro alternative di vita. C'è molta violenza ma alla fine ci si fa l'abitudine e mai essa è fine a sé stessa. Il ritmo è atroce, serrato. La direzione degli attori è perfetta ed il grado di realismo è tale che davvero qui possiamo parlare di un nuovo Neorealismo. E' coraggiosa l'opera di Garrone, in linea col libro di Saviano, forse anche migliore di esso e certamente è un film che resterà negli annali e che sarà un documento per le generazioni a venire.
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