Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Considerando che ritengo il libro omonimo, da cui il film è stato tratto, uno dei più belli che abbia mai letto e di sicuro il più sconvolgente, avrei dovuto assegnare a questa pellicola non più di una stella. Ma il libro l’ho letto dopo svariato tempo dalla visione del film e il giudizio, qui di seguito espresso, è puramente cinefilo. Piacevole è la rappresentazione dell’ambiente anche se risulta freddo, rispetto alla Napoli a cui si è abituati nelle altre rappresentazioni, ma l’algida fotografia è necessaria a rendere l’ambiente ostile. Azzeccata anche la scelta di utilizzare attori di strada eliminando i volti noti, a parte Toni Servillo che già si era abbondantemente affacciato sul panorama cinematografico vincendo 3 David di Donatello, per concentrarsi esclusivamente sulla trama che non è solida come gli argomenti che tratta. La leggerezza con chi affronta certe tematiche non è usata nel modo corretto e, quella che dovrebbe sembrare normalità, finisce per essere vista come non curanza. Matteo Garrone fa un lavoro superficiale, storie forti che non incidono, scorrono addosso e non lasciano segni, non entrano dentro come le parole di Saviano e ogni immagine resta in superficie. Geniale l’idea dei sottotitoli per lasciare i dialoghi in napoletano che si imprimono sicuramente più di ogni singola scena. Facce locali, musiche del popolo e dialetto, lo rendono affascinante ma non basta a trasmettergli il carisma necessario per farlo entrare nei film migliori. Aspetto con ansia la fiction che trasmetteranno su sky che, avendo dalla sua l'estensione temporale che consente lo sviluppo dei personaggi, avrà (spero) più spessore.
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