Regia di Marco Schnabel vedi scheda film
Alla ricerca di un personaggio da serializzare, Mike Myers sposa la causa di Maurice Pitka, santone americano cresciuto tra guru indiani, alle prese con una fortunata carriera di consulente per coppie in crisi. È lui il successore di Austin Powers, vero e proprio caso umano (ne abbiamo visti di simili al Maurizio Costanzo Show), incapace di dar vita a qualcosa di più di novanta minuti di nonsense senza capo né coda. Non ci aspettavamo certo una trama organica, ma l’idea di parodiare il costume sociale di affidarsi a una guida spirituale c’era proprio piaciuta. E ci dispiace, perché qualche riferimento ironico ai numerosi divi di Hollywood in cerca di autostima non sono bastati. La crudeltà è solo latente, e gli sketch comico-demenziali perlopiù non fanno ridere. L’esordiente Marco Schnabel dirige, il mattatore unico è Myers. Circondato da attori famosi e varie celebrità (da Ben Kingsley a Jessica Alba, da Val Kilmer a Justin Timberlake), ma pronto a rubare a tutti la scena con battute spicciole, volgari e leggerissime. Meno male che intanto c’è la musica a regalarci profumo di cannella, e la speranza che a dissacrare i cliché spiritualistici ci pensi intanto anche qualcun altro.
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